The Frozen Little Garden of Earthly Delights
“Noi sei nell’universo, tu SEI l’universo, un intrinseca parte di esso. Fondamentalmente tu non sei una persona, ma un punto focale in cui l’universo diventa conscio di se stesso. Che stupefacente miracolo.” Eckhart Tolle "The Frozen Little Garden of Earthly Delights" è un progetto che ha come scopo quello di congelare nel tempo, attraverso la resina epossidica, il vasto universo dei microrganismi. E’ affascinante soffermarsi e pensare a come la realtà che viviamo sia costituita da molti più strati di quelli che percepiamo visivamente: il mondo delle muffe e dei batteri è impercettibile all’occhio, ma è al contempo parte integrante del reale, se non di noi stessi. L’aria è satura di organismi che, una volta trovato un terreno fertile con le condizioni nutrizionali e di temperatura ottimali su cui proliferare, generano pattern dai colori e dalle forme sorprendenti. E’ sufficiente un piccolo gruppo di cellule che, grazie alla moltiplicazione, costituisce in breve tempo diverse centinaia di colonie a loro volta formate da milioni di cellule. La scienza ci insegna come gli esseri viventi della Terra si siano sviluppati anch’essi da microorganismi che hanno trovato sul nostro pianeta le condizioni ideali a sostenere la vita. Ogni cosa è un insieme di molecole, in fondo. Come nel processo pittorico, anche qui dirigo solo in parte la creazione dell’opera che rimane parzialmente al servizio del caso. Posso preparare un determinato terreno di coltura con un certo tipo di nutriente che attira solo alcuni tipi di microorganismi, ma il risultato resterà sempre una sorpresa. In alcuni casi ho voluto mettere in relazione gli elementi organici, come i germogli di fagiolo, il muschio o le muffe, con altri sintetici, come le pillole, o elettronici come i componenti di vecchi computer. Sono dei Piccoli Giardini delle Delizie; un titolo che ho preso in prestito dal celebre trittico di Hieronymus Bosch “The Garden of Earthly Delights”. Come per i personaggi del pittore olandese, anche in questi microcosmi di resina troviamo degli oggetti della quotidianità che si relazionano fra loro in modo insolito e paradossale, mettendo in risalto i contrasti della nostra realtà contemporanea. |
The Frozen Little Garden of Earthly Delights
“You are not IN the universe, you ARE the universe, an intrinsic part of it. Ultimately you are not a person, but a focal point where the universe is becoming conscious of itself. What an amazing miracle.” Eckhart Tolle 'The Frozen Little Garden of Earthly Delights' is a project that aims to stop in time - through the epoxy resin- the vast universe of microorganisms. It’s fascinating to think that the reality we perceive with our eyes is just one of several veils; the world of bacteria and molds is invisible, yet forms part of the reality and ourselves. The air is filled with organisms which would evolve from cells into surprisingly beautiful patterns once they reside in fertile soil. It suffice a bunch of spores or cells to create hundreds of colonies composed by millions of singular cells. Science teaches us that even all inhabitants of the Earth are born from tiny microorganisms that found the perfect conditions to spread and evolve. Everything is made of molecules, after all. As what I usually do in the pictorial process, also here I led just a part of the artwork creation. I could decide in which manner I prepared the agar soil for instance, blending ingredients that attire a certain type of microorganism rejecting others but the result still remains unknown. In some cases I wanted to mix organic elements, like the bean sprouts, the moss and the molds, with others synthetic, as the pills or even electronic like computer components. They are ‘Frozen Little Garden of Earthly Delights’; a title I have taken from the famous Hieronymus Bosh’s triptych ‘The Garden of Earthly Delights’. As for the characters depicted by the Dutch artist, also in these resin microcosms we find objects of daily life relating one to the others in unusual and paradoxical ways, hi-lighting the contrasts in our reality. |