L’arte è scomparsa. Certo non nei fatti - la vediamo proliferare ovunque - ma nel suo genio, nella sua potenza di illusione, nella sua capacità di negare il reale e di opporre al reale un’altra scena in cui le cose obbediscano a una regola del gioco superiore, una figura trascendente in cui gli esseri, a immagine delle linee, dei colori sulla tela, possono perdere il loro senso, eccedere la propria fine, in uno slancio di seduzione, raggiungere la loro forma ideale, fosse pure quella della loro distruzione.